martedì 8 ottobre 2013

Nemesi (omaggio a Philip Roth)

Essere, per la precisione
un pacco con destinatario sconosciuto
eternamente rispedito al mittente.

Essere, per la precisione
oro, ma il suono è di moneta falsa.
Di troppa felicità non si riesce a vivere.

"Hai bisogno di maggior precisione",
tra il nulla e il troppo vince il nulla,
come sempre e dappertutto, d'altronde.

La nemesi è il passato che torna,
smettere di aspettarlo è questione di sopravvivenza
ammesso che serva, sopravvivere.

Essere, per la precisione, stanchi
pensare troppo non serve, ora sono stanca, davvero
domani è un altro giorno, ci penserò domani.

E, per la precisione, domani arriva
e non sarà diverso da ieri, ier l'altro e il giorno prima:
il viaggio continua, anche senza timbro postale,

non c'è più spazio ormai, ognuno ha la sua nemesi
il suo eterno ritorno, il suo tras-loco, la sua ruota da criceto,
il suo sonno senza sogni, senza incubi, senza. E buona notte.

Alfred Rethel, Nemesi, 1837

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