domenica 18 dicembre 2011

TRE FAVOLE


Sarà che siamo in tempo di crisi - mi piace pensarlo che sia per questo - ma i film più belli ultimamente sono anche divertenti e parlano tutti della solidarietà attraverso l'amore. Raccontano, tutti, del sogno di un amore vero. Quasi tutti in forma di favola. Film diversissimi: Miracolo a Le Havre di Kaurismaki, Midnight in Paris di Allen e The Artist del poco conosciuto Hazanavicius. Sembra come se, in tempo di crisi, fosse confortante pensare ai migliori ammortizzatori sociali nella vita di ognuno, quelli a costo (economico) zero: l'amore e il sorriso, l'amore che fa sorridere, il sorriso frutto dell'amore, tutti ci trasportano nel sogno lontano dal grigio della realtà, che poi quando torniamo di nuovo si anima di colore. In tempo di pesantezza cosmica la leggerezza è quasi dovuta, anche quando l'argomento trattato ha peso specifico rilevante come in Miracolo a Le Havre.
Così mi sono goduta Kaurismaki fino alle lacrime, Allen mi ha sollevata mentre scivolavo giù, ma The Artist mi ha fatto, letteralmente, ballare. Un film che catapulta nel passato, che parla attraverso la musica, che usa il silenzio ASSOLUTO (quante volte, al cinema? mai), che ci fa sognare il muto e il musical e, ancora una volta, l'Amore con la A maiuscola. Che spinge a parlare in sala e costringe ad ascoltare chi parla (la musica non riesce a coprire le voci): così accanto a me una coppia continuava a commentare, raccontarsi e tentare di anticipare il film; avrei voluto dirgli "guardate che è un film muto!", ma poi ho pensato a quando il cinema era occasione sociale e con le pellicole si parlava, ho pensato che si accordava al film e ho lasciato perdere, immersa in un divertimento assoluto, puro.
La cosa sorprendente è che, alla fine, ti si muovono i piedi da soli, esci dal cinema ballando il tip tap e fai i gradini volando. Con passo di danza ho raggiunto la fermata del tram - sì, del tram, come si addice ai film di una volta - sono saltata sul predellino trascinando di lato una gamba a tempo di musica e ho attraversato il corridoio con schiocchi di tacco e punta.
Poi la vocina ha annunciato "Fermata Oberdan" e mi sono svegliata, le luci in sala si sono riaccese ed era quasi casa. Quasi.

lunedì 19 settembre 2011

Settembre, città.

Nell'estate torrida
questa cappa ci appartiene
tessuto di infinite solitudini,
solitudini infinite
soffocano nella sua afa triste
tessono tela di ragni suicidi
facendo, pensando di non volere.

mercoledì 3 agosto 2011

Il meccanico delle rose


Sarebbe dovuto passare del tempo prima di leggere questo libro: sto studiando per un concorso e ho una montagna di libri che mi aspetta da mesi perché li legga. Poi però non ho resistito e ieri l'ho comprato, magari anche per il fatto di aver ritrovato una vecchia amica iraniana del mio passato su FB: le cose forse accadono per caso, ma sta a noi dopo dargli un senso.
Ho cominciato a leggerlo e mi ha colpito la scrittura, completamente diversa da quella del precedente "Salaam, maman" e molto, molto bella, molto molto orientale.
Mi sono chiesta se questo scrittore sia così bravo di suo, o abbia anche un eccellente edotor. Mi sono risposta che forse non è così importante: la cosa più importante in Ziarati è che abbia delle storie da raccontare. E sono storie bellissime.

Il seguito a fine lettura.

Per approfondire:
http://www.einaudi.it/speciali/Hamid-Ziarati-Il-meccanico-delle-rose-Salam-maman
http://librinews.wordpress.com/2009/05/07/libri-il-meccanico-delle-rose-di-hamid-ziarati-einaudi/
Per conoscere l'autore in una serie di interviste:
http://www.scrittoriperunanno.rai.it/scrittori.asp?currentId=123

Finito il libro, lettura magnifica.
Preparate i fazzoletti.

lunedì 1 agosto 2011

L'approdo.

Passiamo metà vita
cercando albergo:
bello, confortevole, sicuro.

Poi, nell'altra metà
cerchiamo approdo:
semplice, tranquillo, al riparo.

Unico scopo, capiremo
senza consolazione:
il viaggio stesso.

1 agosto 2011

SARAJEVO

Ho visto un cane attraversare sulle strisce

Ho visto un uomo sbranato dai cani

Ho visto me barcollare, incerta

Per il momento rialzarmi ancora.

Sarajevo, luglio 2010

venerdì 15 luglio 2011

Il Maxwell che è in noi.

C'è un po' di Maxwell Sim in ognuno di noi.
L'autore scrive, come suo costume quasi sempre, di cose serissime con sottile ironia. Cose molto umane, cose che si incontrano e che abbiamo di certo incontrato nella nostra vita, semplici e agghiaccianti, specie se viste come se CI guardassimo da fuori. "Perché... il tipo di cose che scrivo, da un punto di vista letterale, non sono oggettivamente 'vere'. Ma mi piace pensare che ci sia un altro tipo di verità, più universale...". Come quella dei rapporti con la famiglia che finiranno, fatalmente, per informare tutta la nostra esistenza.

E adesso divertitevi a trovare la citazione tra virgolette. Che si trova nel libro, ovviamente.

lunedì 20 giugno 2011

Ricercate la carità/l'amore/la solidarietà. Nota laica su San Paolo.


Oggi, sull'FB tanto bistrattato, che per me è fonte di scambio di conoscenza, ho trovato la notizia di una donna egiziana che, sfrattata da una struttura della Curia gestita da privati perchè scaduta la convenzione con i servizi sociali, costretta a vivere in auto, ha perso il figlio di otto mesi che aspettata. Ne è scaturita una polemica, con scambio di lettere, tra il sindaco di Grosseto (città in cui è successo il fatto) e il vescovo, che potete leggere ciccando sul link alla notizia

Voglio prendere posizione: leggendo gli estratti riportati delle rispettive lettere, trovo più garbato e caritatevole il tono del sindaco di quello del Vescovo. Però, alla fine, mi rimane il pensiero che quello che si è perso davvero, in questa società, è la carita/amore - che, insieme, mi riportano alla parola solidarietà - e la mente mi torna alla prima lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi, che ho sempre amato, anche da laica e agnostica inveterata qual sono. Non ho mai buttato il bambino con l'acqua sporca: come mi commuove ogni volta la solitudine di Cristo nel'ultima cena con gli apostoli dipinta da Leonardo Da Vinci, che mi rimanda alla solitudine dell'Uomo, specie nel sacrificio che spesso accompagna l'amore (penso arditamente anche ai nostri Partigiani), così mi commuovono queste parole.

Allora mi metto alla ricerca della lettera, per "regalarla" ai miei amici facebookiani. Trovo solo questa traduzione, non sarà ottima ma rende l'idea.

Chi ha visto "Film Blu" di Kieslowski - o avesse la fortuna di avere avuto un fratello come il mio con cui parlarne - sa che la parola CARITA' è stata sostituita, dai traduttori, alla parola AMORE.

Io mi sono presa la briga di risostituirla, unica variante alla traduzione trovata.

Certo è che, mi pare, la parola che così ne risuona non è più di bronzo che suona o cembalo che tintinna, ma di lingue degli uomini e degli angeli.

Dedicata, con amore, a tutti quelli che queste brevi parole vorranno leggere.


Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 12, 31b-14, L'amore non avrà mai fine.

Fratelli, vi mostrerò una via migliore di tutte.

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi l'amore, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.

E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi l'amore, non sono nulla.

E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi l'amore, niente mi giova.

L'amore è paziente, è benigno l'amore; non è invidioso l'amore, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.

L'amore non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato.

Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto.

Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e l'amore; ma di tutte più grande è l'amore!

Ricercate l'amore.



N.B. la foto del bellissimo volto d'uomo è di un profugo eritreo, a me parla più di voce d'angelo e d'uomo.

giovedì 14 aprile 2011

Punti di svista.


L'età ha i suoi vantaggi. Qualche volta restare senza occhiali conviene. Tutto sommato, vedere il mondo poco a fuoco può essere piacevole, giocare brutti scherzi divertenti. Vedi tutto liscio ma senza lifting; compresa la tua faccia al mattino, bella fresca e sfumata come una pesca.

Stasera sono uscita per un impegno. Senza occhiali. Avevo gli occhi stanchi e, da lontano, ho visto una donna con un bambino in braccio. Avvicinandomi, il bambino sembrava vestito da orsacchiotto... coniglio... cagnolino? flash fuori contesto, Carnevale? qualche passo in più, e il bambino si mostra essere un cane con indosso una t-shirt a maniche corte in braccio alla padrona. Allora il pensiero si muove veloce da bambini che sembrano cani per fermarsi su cani che sembrano bambini. Fa ridere, ma fino a un certo punto. Strana cosa questa umanità, che veste cani da bambini e dimentica bambini a morire in mare, accarezzando anche l'idea di usarli come bersaglio mobile. Ma non serve sparargli, muoiono da soli. Annegati.

Poi il pensiero si dissolve con la stessa velocità d'arrivo, nel flusso del fare e dell'andare.

Non ce l'avevo più in testa. Poi, a casa, l'occhio, stavolta occhiale munito, si posa su un'orsacchiotto; metto a fuoco, un orsacchiotto di peluche. Un orsacchiotto di peluche... con una croce al collo? coperto con un telo di plastica? chi l'ha lasciato? viene dall'acqua? o l'ha lasciato qualcuno, a ricordo tenero? di che?

Un bambino bagnato e infreddolito tace, tace e trema. Lo portano in caserma e parla. Dice una verità agghiacciante: una mamma 25enne, forse maltrattata da un compagno violento, forse depressa, sicuramente sola, si lancia con l'auto e i suoi quattro bambini nell'Hudson. Uno di loro si rifiuta, reagisce d'impulso, apre il finestrino, ingoia acqua e acqua ancora ma la riva se la guadagna tutta. Gli altri quattro li troveranno abbracciati. Annegati.

Chissà se è vero, mi chiedo, che la morte in certe circostanze sia istantanea. Non credo; credo che ci sia tutto lo scorrere di un'eternità in un pensiero che prima si pensa e poi si fa abbraccio.
Quell'orsacchiotto mi dice che ci sarà un bambino più solo, un bambino che passerà la vita a scontare, a suon di sensi di colpa, l'istintivo attaccamento alla vita.

Il pensiero sterza, di scatto e per un istante, da bambini trattati come cani a cani che sembrano bambini.

Poi torna. Ma non si dà pace.

venerdì 4 febbraio 2011

Difficile resistere.

Se resisterete a una scrittura banale, didascalica e retorica, a una totale assenza di coinvolgimento, a una noia mortale che vi avvolgerà ogni volta che aprirete il libro (nonostante l'argomento potenzialmente molto attraente), riuscirete a trarre dalla lettura di questo libro delle conoscenze storiche reali e in sé interessanti.
Io, però, non ho resistito.

sabato 29 gennaio 2011

Parola di Erri.


Quel che conta nella scrittura di Erri De Luca è la parola, descrittiva di sentimenti e condizioni umane più che di paesaggi o sfondi, qui più che altrove.
Stavolta la parola coincide con LA Parola. Mi piacerebbe che questo fosse il linguaggio semplice dei Vangeli, un linguaggio che arriva al centro dell'Uomo e che lega Uomo e Dio indissolubilmente. Così non è, e la Parola scritta ha perso per sempre il suo significato originario di racconto dell'Uomo e della sua solitudine, sepolta da dogmi, prescrizioni e gabbie di millenni di Santa Romana Chiesa. Le conseguenze, lo sappiamo, sono ancora oggi.

giovedì 27 gennaio 2011

È così che ce le immaginiamo.


È così che ce le immaginiamo, normalmente belle. Donne come noi, che sono state, semplici, vive. Allegre, sorridenti, pensierose, intente a leggere un libro, ad accarezzare un gatto, a sorridere davanti a un obiettivo che sanno le sta riprendendo. Donne normali, non puttane, non veline, non dedite alla ricostruzione siliconica di vagheggiata bellezza ma, piuttosto, a coltivare la propria umanità e intelligenza. Leggendo, scrivendo di sé, per non dimenticare e non dimenticarsi.
Donne normalmente belle, dicevo: salvo che non è stato dato loro di vivere in un tempo "normale" - ammesso che ne esista uno che possa dirsi tale - e in una civiltà "normalmente" umana, che è stato loro tolto il diritto a una vita "normale", sia sotto forma di eliminazione fisica (Etty) o di definitiva e inesorabile privazione della propria umanità e gioventù (Goti), nel passaggio obbligato della non-vita del lager.

E ogni volta che ci penso, nel rifugio sicuro della mia tiepida casa, agghiaccio.

Etty Hillesum e Goti Bauer, due tra le tante:

http://it.wikipedia.org/wiki/Etty_Hillesum

http://www3.varesenews.it/tempo_libero/articolo.php?id=89858

E per chi è su Facebook, l'album È così che ce le immaginiamo.

sabato 8 gennaio 2011

Sabato, 8 gennaio 2011

E' da un po' che penso a questo aggiornamento, ma non avevo cuore di perdere quanto scritto nel mio blog precedente e non avevo idea di come poterlo esportare tutto intero. Magari un modo esiste, ma io lo ignoro.
Così mi sono lanciata in questa operazione da amanuense: riscrivere di nuovo ogni post, datandolo. Per quanti copia-incolla, per quanta tecnologia disponibile, è stata, in definitiva, una certosina operazione di carattere squisitamente manuale. E anche, un po', DA manuale.

Adesso ci sono, e spero con ciò di aggiornare più spesso quella che ho definito come un'operazione di "lancio della bottiglia": queste parole sono come un messaggio in una bottiglia lanciato nel Mare Magnum del web, con la speranza che venga, di quando in quando, raccolta, per poi essere di nuovo rilanciata.

Fino alla prossima riva.

AUGURI DI BUON 2011 A TUTTI:
http://riflessionicontrosenso.blogspot.com/2011/01/12-gennaio-2009-buon-2009-tutti.html

25 mag 2009: Lezioni d'amore

Dai trailer ci si aspetta tutt'altro, preparatevi a piangere (un po') d'amarezza.
Da un romanzo di Philip Roth questo bel film, molto delicato.
E molto amaro, sulla stupidità umana, sui sentimenti che non sappiamo cogliere, raccogliere e accogliere.
Salvo quando, ormai, ci sfuggono.
Vecchia storia, insomma. Ma raccontata molto bene.
http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=55361

18 mag 2009: A Passariano la mostra "Zigaina - Opere 1942-2009"

E' in corso fino al 30 agosto 2009, a Passariano in Friuli, la mostra monografica dell'artista Giuseppe Zigaina, ancora vivente, nella splendida cornice di Villa Manin.

Zigaina in rete e sul catalogo - comunque da acquistare, anche se non ho apprezzato l'operazione al risparmio di inserire immagini in bianco e nero nella prima parte, quella dei testi - non vi darà la benché minima idea di quello che è dal vero. E' così per tutta l'arte, ma in questo caso nessuna riproduzione rende giustizia a una pittura che sempre più verso la fine si fa tripudio di colore, in quel figurativo-astratto che fa la grandezza di certa arte contemporanea. Un artista di grande impegno politico, anche, oltre che di grande poesia, sempre.
Se potete, andate a vederla, la sola villa vale il viaggio se la mostra non dovesse piacervi, ma è impossibile. Vicino ci sono altri posti deliziosi, tra cui a una trentina di chilometri circa anche la stupenda Palmanova. Insomma, la zona vale un bel week end lungo, possibilmente romantico, con o senza bici.
Per saperne di più:
http://www.villamanin-eventi.it/mostra_zigaina_opere_1949_2009.php

E per chi volesse mangiare benissimo spendendo poco, a San Vito al Tagliamento - vicinissimo a Passariano - vada all'Osteria al Vecchio Castello, con tavoli anche all'aperto:
http://www.alvecchiocastello.it/menu.php

11 mag 2009: Questioni di cuore


Al contrario di quanto appare dalla locandina, l'ultimo film di Francesca Archibugi non è una commedia, pur facendo anche ridere. Un film lieve ma non leggero, pieno - anche questo come per "Giulia non esce la sera" - di poesia e di contenuto, contiene un inno, sottotono e per niente retorico, all'amicizia, all'amore e alla creatività. Oltre a molta speranza: che gli esseri umani, anche se in crisi, possano, se vogliono, modificare la propria vita e quella di chi sta loro intorno, grazie a incontri fortuiti e molta, molta consapevolezza. E amore, sotto ogni forma, anche la più originale.
E un bimbo può tornare a sorridere e immaginare grazie a un semplice paio di occhiali da sole.
Magici. Come lo è il film.
Inutile che ve lo dica, vero? Da vedere.
Per chi fosse interessato, sotto c'è il link alle ottime schede di Mymovies:
http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=56370

09 mag 2009: Tutta l'arte di Philippe



Consiglio a tutti la rivista ARTeDOSSIER perché da quando Philippe Daverio è diventato direttore gli ha dato una "svecchiata" non da poco, a partire dalla veste grafica fino a rivoluzionarne i contenuti.
Una particolare nuova attenzione è posta sull'arte moderna e contemporanea, così poco conosciuta.
Per esempio, l'ultimo numero vanta un'analisi formale del film Persepolis (di cui ho parlato in un post precedente) rispetto a modelli derivanti da correnti artistiche quali il Simbolismo e l'Art Deco.
Un piccolo miracolo di conoscenza e di arguzia i suoi editoriali, l'ultimo con una stoccata al potere, tentando di risalire a quando questo ha cominciato a rinunciare a ogni tipo di creatività.
Chi volesse farsi un'idea può collegarsi al sito
http://www.artonline.it/
con una sezione dedicata alla rivista.
La registrazione non costa niente e dà accesso a contenuti ulteriori, quali le schede sulle opere degli artisti più importanti ed eventualmente la newsletter.

3 maggio 2009: Il contrario di uno non è semplice sommatoria


Il contrario di uno non è semplice sommatoria, ma una scalata in sincrono su precipizi e pericoli di un mondo di per sé meraviglioso e difficile... Da leggere.
E per saperne di più, i passi che seguono sono tratti da:
http://www.italialibri.net/opere/contrariodiuno.html
"La scrittura di Erri De Luca è scavo imperterrito della parola, è prosa depurata di ogni accessorio inutile, capace di dissimulare una grande perizia stilistica. È letteratura che insegue la vita per mostrarla nella sua nudità. Il contrario di uno, volume pubblicato dall’editore Feltrinelli all’interno della sezione I Narratori, si presenta come una raccolta di storie brevi, intrise della biografia dell’autore e segnate da una profonda esigenza di cose vere. [...]
Nelle diciotto storie che compongono la raccolta... si traccia il ritratto di anni difficili, che hanno travolto e stravolto una generazione «spartita, irregolare, senza congressi, affiliazioni, tessere», una gioventù che «aveva per campo la strada e per parlamento le assemblee». Si parla della fine degli anni Sessanta e del decennio successivo, si gira lo sguardo alle spalle per leggere le tracce di un’epoca scellerata e magnifica, dove la passione politica si masticava assieme al pane e la rabbia di classe dava sapore al vino.
Erri De Luca non vuole rinnegare nulla di un’epoca che è parte integrante della propria identità: mette in scena la violenza del passato, quasi a salvarla dall’oblìo o da ogni forma di negazionismo. Così il lettore conosce la febbre degli scontri di piazza, i sassi lanciati contro la polizia. Le manganellate fasciste delle forze dell’ordine. Ma il racconto non cede alla retorica partigiana o a una rievocazione nostalgica: tutto appare controllato, dominato dalla fermezza di una voce capace di essere aspra e tenera nello stesso momento. Una voce che porta dentro di sé «un ardore compresso, di uno che viene da un freddo». [...]
Ma accanto e all’interno della storia collettiva l’autore dà spazio al sentimento privato, all’amore di coppia che supera la solitudine dell’uno e lo trasforma nel due. Il protagonista di queste storie tenta di infrangere il muro dell’incomunicabilità e trova meraviglioso sollievo negli occhi e nei sorrisi delle donne, negli abbracci e nei baci «che non sono anticipo di altre tenerezze, ma sono il punto più alto» della passione tra due esseri umani. Scopriamo dunque le sfumature più tenere e delicate di una scrittura che rievoca con pudore gli amori della giovinezza, quasi a ringraziare la sorte di quegli insostituibili attimi di felicità. Scopriamo il bisogno intimo di un ragazzo che negli anni Settanta ricercava nella lotta politica e nella donna la medesima consolazione, la speranza di vincere l’angoscia di anni acerbi e confusione. [...]
L’età adulta si placa con le salite delle montagne, il contatto con la roccia che si può arrivare a baciare per aderire alla materia e confrontarsi con la propria fisicità. Come a riscoprire che l’uomo e la donna sono anche sudore, respiro affannato, muscoli. Così ha senso che il libro si apra con un breve poema in versi dedicato alla madre, alla preistoria del corpo e di ogni sentimento, alla placenta che ha accolto la trasformazione «da cellula a scheletro».
De Luca sembra dirci che la febbre d’amore e l’idea di comunismo, inscindibili, erano già inscritti nella biologia di esseri destinati a giocare se stessi, a sfidare la vita per diventare almeno due, il contrario esatto di uno"

3 maggio 2009: Tutti i bambini invisibili


Un film bellissimo, da rivedere. L'ho "rincontrato" alla Feltrinelli e non ho potuto fare a meno di portarlo con me. Consigliato ai ragazzi e adolescenti d'oggi, tra telefonini e playstation, per ricordar loro che, altrove, così è la vita.
Il progetto. in collaborazione con l'Unicef a cui sono stati devoluti i proventi:
http://www.unicef.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1586
Ma anche una critica parzialmente negativa che non condivido, trovando l'episodio di John Woo poetico ed estremamente toccante:
http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=36037
Su Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/All_the_Invisible_Children

3 maggio 2009: CHE - GUERRIGLIA


Sul film "Che-Guerrilla": "A Benicio Del Toro basta un gesto, come allontanare la canna del fucile di un guerrigliero incauto, per provarci la sua immersione totale nel ruolo. A Soderbergh, invece, non bastano quattro ore e mezza per portarci veramente e totalmente dentro il suo film".
Concordo pienamente, ma sospendo il giudizio in attesa di vedere la prima parte del film, "Che-L'Argentino".

http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=57966

1 maggio 2009: L'ospite inatteso


A chi non l'avesse ancora visto, consiglio questo film bello e delicato, con attori bravissimi:
http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=56115
Una visione inattesa e non banale.

Adesso sono curiosa di vedere l'altro film del regista, Tom McCarthy, da titolo "Station Agent", premiato ai BAFTA 2004 per la miglior sceneggiatura originale in lingua inglese. Se all'altezza del suo precedente "Sideways" - pur trattando di tutt'altro tema (ma la solitudine come condizione umana e l'amore come sua unica "cura" sono sempre presenti) - e di questo "Ospite inatteso" non dovrebbe assolutamente deludere.

16 aprile 2009: Satira, no alla censura


Mi limito a sostenere Vauro, che da sempre ha tutta la mia stima, ripubblicando la vignetta satirica fatta per la trasmissione Anno Zero che gli ha "fruttato" l'allontanamento dalla stessa.
Con invito a tutti di pubblicarla.

Vi invito anche a "frequentare" le altre vignette di vauro al link:
http://www.vauro.net/apr09store.html

Mooolto divertenti!

Ci si incazza ridendo, almeno non ci viene l'ulcera...

9 marzo 2009: Giulia non esce la sera, il nuovo film di Giuseppe Piccioni


Non delude l'ultimo film di Giuseppe Piccioni, "Giulia non esce la sera".

Magistrali le interpretazioni di Valeria Golino e Valerio Mastrandrea. Per dirla in breve, i due attori non sembrano recitare, regalandoci l'impressione di assistere a qualcosa di reale o, quantomeno, davvero possibile.

Superbe nella loro poesia sceneggiatura e fotografia: folgorante, ad esempio, l'inquadratura dell'ombrello rosso sott'acqua, o la scena finale (tranquilli, non vi racconto la fine!) di una piscina che ha perso tracce e confini definiti e limitati.

Toccanti, last but not least, le figure appena tratteggiate ma laceranti degli adolescenti protagonisti del film, così segnati dal mondo degli adulti di cui captano tutta la realtà mentre questi la ignorano in una facciata di apparente equilibrio, di "tutto va bene" così tipico nella nostra che è la società del politically correct. Questa realtà li segna, segnerà a fuoco le loro vite ma non li vince, esattamente così come è successo a ciascuno di noi e succederà a ciascuno dei nostri figli, in una storia eterna che è destino eterno e che non ha né fine né soluzione.

Nel complesso, potremmo dire che questo film è un racconto poetico, fatto di intrecci e di percorsi apparentemente slegati ma, come nella vita, inevitabili.
O, altrimenti detto, una poesia in forma di film.

Da vedere, comunque.

Per saperne di più:
http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=56798
http://www.giuseppepiccioni.it/

8 marzo 2009: Donne manifeste


In occasione di questo 8 marzo voglio segnalare una mostra di manifesti dell'UDI (Unione Donne Italiane) che si tiene al centro Candiani di Mestre:
http://www.adnkronos.com/IGN/Altro/?id=3.0.3070328613

E' un'occasione per ricordare a tutte e soprattutto alle più giovani che i diritti non si acquisiscono una volta per tutte ma devono essere costantemente difesi e vigilati.
Molti dei manifesti in mostra potrebbero di nuovo adattarsi, ahimé, al momento attuale, come quello per i diritti alla scuola e all'istruzione.

Da vedere, assolutamente e gratuitamente.

12 gennaio 2009: Buon 2009 a tutti



Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
C'è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.

Buon tempo a tutti, per questo 2009, che la crisi ci (ri)porti a valori non più solo economici

17 dicembre 2008: Il Bellini di Venezia non è un aperitivo...


A chi avesse occasione di andare a Roma entro l'11 febbraio 2009, consiglio caldamente di visitare la mostra sul pittore Giovanni Bellini alle Scuderie del Quirinale.

Un pittore Veneto tutto da scoprire perché racchiude in sé la completa ispirazione del Rinascimento, ogni singola innovazione ed evoluzione. La sua pittura segue e spesso precorre quella di altri pittori come Leonardo, Lorenzo Lotto, Antonello da Messina. Artista mai esausto e in continuo superamento di sé stesso, mai pago ma sempre sospinto dalla curiosità e dall'amore per l'arte, la natura, la pittura e il colore. Maestro di molti grandi pittori veneti di cui è stato mentore e precursore, ha sempre avuto l'umiltà e il gusto di apprezzare il genio anche in altri, spesso più giovani di lui: come la volta in cui fece visita a Durher, momentaneamente a Venezia, con l'intento di acquistarne un quadro. Da ciascun grande ha tratto stimolo e ispirazione, evidentemente scevro dal demone dell'invidia, lezione più che valida ancor oggi.

I suoi colori, i suoi cieli meravigliosi, mai solo sfondi ma soggetti precisi e a sé stanti, i suoi volti incantati e i suoi paesaggi sereni ce lo dicono uomo appagato e felice. E a giudicare dalla lettura delle fonti, pare proprio che lo fosse.

Da vedere, assolutamente.

31 agosto 2008: Politica, politici & finanziaria: riflessioni da Erri De Luca


Ho letto questa pagina di Erri De Luca intitolata Guerrieri, la riporto così com'è citandone la fonte perché parla da sola e vale la pena di una - o più! - riflessione sulla politica e sui politici, nella fattispecie i nostri:
"Chiamano "battaglia" le loro modeste controversie, chiamano "scontro" uno sfumato divergere di opinioni purché sostenute con un poco di enfasi. Chiamano "lotta" una soporifera campagna elettorale.I politici immaginano d'essere il prolungamento dei guerrieri, ne usurpano il vocabolario credendo di acquisire peso. Scimmiottano il valor militare, persuasi da Clausewitz che la politica sia il proseguimento della con altri mezzi. Poteva essere vero allora. Oggi la politica è solo un ramo minore dell'economia, incaricato di aggiustamenti contabili a colpi di manovrine a spremere. La principale legge del parlamento è malinconicamente la "finanziaria.
(...) ... il politico ha bisogno di sentirsi a capo di uno schieramento di folle, guidarle da un'altura. Anche il minimo rilievo di un colle di Roma è sufficiente.
Una volta il cardinale Mazarino scrisse che la figura del politico era la diabolica contraffazione del santo (...) Oggi il politico è la modesta contraffazione di un graduato. Non riesco a distiunguerki secondo la linea politica, il grado raggiunto, , l'incarico ottenuto. Mi sforzo di farlo attraverso l'intenzione, il movente che li ha scaraventati in pubblico (...) Solo l'intenzione permette alla fine, a "sacche scutuliate" (tasche sbattute, rovesciate, in napoletano) di vedere se c'era polvere o farina" (Erri de Luca, Alzaia, Universale Economica Feltrinelli, Milano, 2007)

I più sono consapevoli che da tempo ormai gli scranni di Montecitorio sono pieni zeppi di polvere e la farina per del buon pane, caldo, croccante e appagante, ormai scarseggia.
Viaggiamo in tempo di carestia.
Lamentarsi al caldo sicuro delle proprie case non serve, però. Adesso basta.
Sarà il caso di rimboccarsi le maniche, mettere le mani in pasta e ricominciare a farselo un po' di pane. Certo da cittadini e non da "panettieri"
.
Comunque, muoversi bisogna.

4 agosto 2008: Salam, maman! L'Iran di Hamid Ziarati


Ho finito di leggere questo libro, piano come un racconto orale, in una torrida giornata semitropicale (cfr. il precedente post su Hamid Ziarati).
Concordo solo in parte su quanto si dice della scrittura dell'autore nella scheda di presentazione del libro, nel sito della casa editrice Einaudi (http://www.einaudi.it/libro/scheda/%28isbn%29/978880617840/), che Ziarati scriva in un italiano tutto suo, "insieme preciso e imperfetto, ma straordinariamente espressivo". Scrive come potrebbe farlo un bambino e poi un adolescente; la "vediamo" crescere, questa scrittura, insieme all'io parlante del libro, Ali. Prima uno sccrivere semplice e immaginifico, com'è il parlato dell'infanzia, poi schietto, veloce e curioso com'è il linguaggio dell'adolescenza.
Un libro che scorre come una bibita fresca e che, come il film Persepolis, racconta, ad uso della nostra scarsa memoria, una bella fetta di storia recente non solo iraniana; in maniera semplice e per nulla noiosa, di conseguenza in un modo facilmente memorizzabile. Quello che il fratello di Ali, Puyan, fa con le foto, Alì lo compie con le parole: uno scorrere di istantanee sulla Vita che racconta. La propria, quella dei propri familiari - che è quella di molte altre famiglie iraniane della stessa epoca, quella dell'Iran e del Mondo.
D'altronde, la freschezza, la semplicità e l'attenzione all'immagine ripresa è tipica dell'arte iraniana contemporanea, come ci hanno insegnato tutti i film che i vari festival cinematografici, Venezia in testa, ci hanno fatto conoscere.
Fortunatamente.

17 luglio 2008: Dove osano gli uomini




Di ieri (16 luglio 2008, n.d.r.) la notizia della morte di Karl Unterkircher sul Nanga Parbat.
E' caduto in un crepaccio, pare per il cedimento di una cornice di ghiaccio e neve.

Una volta mi sarei chiesta come mai un uomo di 37 anni possa rischiare la sua vita in esperienze così estreme, e credo questa sia la domanda che si pongono i più, davanti a queste notizie; archiviandole, insieme ad uno stupore poco comprensivo, qualche secondo dopo per passare, con zapping fulmineo, alla tranquillità banalotta ma rassicurante del Grande Fratello.

Ma da quando ho ripreso a fare sport e ho conosciuto la montagna, ho cominciato a capire, anche se non condividerò mai il coraggio dei più grandi: è la voglia di spostare il limite, sempre più in là, di vedere cosa riuscirai a fare e dove riuscirai ad arrivare, come risponderà il tuo corpo, è l'incoscienza che si ha nell'affrontare determinate situazioni e condizioni nel qui e ora, la speranza, quasi la certezza, di farcela sempre e l'adrenalina che pompa. E' la montagna che chiama, come diceva Karl, la sua monumentalità all'apparenza tranquilla, la serenità che spesso ispira il guardarla da distante; così tutte le insidie che essa nasconde, note anche al più tranquillo escursionista della domenica, sembrano solo vuote paure.
E', comunque, un senso di ineluttabile "io devo", un irrazionale ma fortissimo richiamo a non potersi tirare indietro.

Chi avesse visto e/o letto "La morte sospesa" (vedi http://it.wikipedia.org/wiki/La_morte_sospesa e http://www.feltrinellieditore.it/SchedaLibro?id_volume=5000494) si sarà un po' avvicinato alla comprensione di quanto ho detto. Un libro e un film magistrali che forse spiegano tutto questo, come pure il fortissimo istinto di sopravvivenza che l'essere umano possiede, al di là di qualsiasi ragionevole pronostico. Lo spiegano già dal titolo originale, ben più evocativo: "Touching the void".

Val la pena citare le parole di Unterkircher poco prima di venir meno, perché cadere in un crepaccio è proprio questo:
"Siamo nati e un giorno moriremo. In mezzo c'è la vita. Io la chiamo il mistero, del quale nessuno di noi ha la chiave. Siamo nelle mani di Dio, e se ci chiama... dobbiamo andare. Sono cosciente che l'opinione pubblica non è del mio parere, poiché se veramente non dovessimo più ritornare, sarebbero in tanti a dire: "Cosa sono andati a cercare là? Ma chi glielo ha fatto fare?". Una sola cosa è certa, chi non vive la montagna, non lo saprà mai! La montagna chiama!" (http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/cronaca/unterkircher-crepaccio/blog-karl/blog-karl.html)

E' che c'è solo l'uomo e la montagna, e un ancestrale richiamo alla sfida con la natura, un'atteggiamento eroico per quanto apparentemente inutile, tanto più eroico quanto più - apparentemente, sottolineo - inutile.
Per me, si tratta della forza della spinta all'evoluzione umana spostata dalla razionalità alla totale fisicità; per quanto chi frequenta sport e montagne sa come, anche in questo caso, la "testa" è tutto e viaggia in pari col corpo.
Quando le due si separano anche solo per un istante è finita, e mentre cadi giù, mi piace immaginare, lasci la montagna, e il mondo con lei, con un senso di tradito stupore, di paura e, insieme, di rispetto.

Onore, dunque, agli "inutili" eroi della montagna.

16 luglio 2008: Hamid Ziarati, per approfondire



Per approfondire ulteriormente, perché non leggere il romanzo dello scrittore Hamid Ziarati (http://it.wikipedia.org/wiki/Hamid_Ziarati)?
Scritto "in un italiano insieme preciso e imperfetto, ma straordinariamente espressivo" (vedi scheda in http://www.einaudi.it/libro/scheda/%28isbn%29/978880617840/), "Salam, maman" è uno dei miei libri nel cassetto per quest'estate.

Dunque, non l'ho letto. Ma mi incuriosisce il confronto con un altro punto di vista, questa volta maschile, sull'Iran di "Persepolis" e l'esperienza di uno scrittore che scrive coraggiosamente non nella propria lingua madre ma in quella della terra che l'ha accolto, cosa abbastanza rara in Italia e più frequente in Francia.

Un gran bell'omaggio ad un'Italia non sempre accogliente, specie di questi tempi.
Francamente, alquanto bui.

15 luglio 2008: Persepolis, il film



Consiglio a tutti questo splendido film di animazione, che racconta un pezzo importantissimo della storia dell'Iran moderno:
www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=47296


Ci sono voluti una donna, Marjane Satrapi, prima con i suoi fumetti (vedi it.wikipedia.org/wiki/Persepolis_(fumetto)) e poi con il film di animazione, e quasi 30 anni per spiegare all'Occidente cosa è veramente successo durante la rivoluzione iraniana, avuta inizio nel 1978 e conclusasi il 4 novembre 1979 con l'insediamento al potere dell’ayatollah Khomeini. Una storia che conosceva già chi frequentasse, come me, gli studenti iraniani all'università, negli anni '80, ma che per i più era stata la lotta di un popolo intero accecato di religione per l'ascesa di un potere oscurantista contro uno scià filoamericano, in fondo più illuminato. Così ce la mostravano giornali.e telegiornali.
La realtà non fu quella; per conoscere un pezzo di storia, che è anche la nostra storia e su cui si innesta la atoria di oggi, fino alle estreme conseguenze che conosciamo, invito tutti a vedere il film.
Garantisco, ne vale la pena.

13 luglio 2008: Considero valore Erri De Luca



Considero valore questa poesia e quest'uomo:

http://www.youtube.com/watch?v=1y-BC1uJxUc

13 luglio 2008: Un paese dove buongiorno voglia veramente dire buongiorno.


Visto che al forum non ha aderito nessuno, ho pensato fosse meglio creare un blog...

Segnalo un articolo che mi e' piaciuto molto soprattutto nella parte finale: parla di tutti noi e invita a riflettere:
www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=7171

Il finale recita:

B: E cosa mi stai dicendo, allora?

A: Ti sto dicendo: siamo un paese in cui non ci si capisce più nemmeno a dirsi “grazie”. Possiamo durare?

B: Non so. Tu cosa dici?

A: Che vorrei un paese dove “grazie” vuol dire “grazie”.

B: O anche, per esplicitare la tua citazione nascosta,

A: dal finale di “Miracolo a Milano”,

B: “un paese dove buongiorno voglia veramente dire buongiorno”.

(Marino Badiale, Genova, giugno 2008)


L'unica che mi ha inviato una riflessione è stata Marina, di cui voglio lasciare il pensiero:

purtroppo è tutto vero......grande stress vivere oggi in Italia e doppia fatica se lo si combatte! la domanda che tutti ossessivamente ci facciamo è: che fare? che fare?che fare? non abbiamo più bisogno di spunti di riflessione (basta comprare il manifesto o anche "solo" il venerdì di repubblica per trovarne, quanti ne vuoi, da anni) ma di energia,proposte, rinnovamento, ma dove trovarle? che stresssss!!!!!!!! Se poi aggiungi i guai personali..... un abbraccio desolato Marina