sabato 27 marzo 2021

Un libro che riapre ferite e riflessioni (almeno in me).

I libri di Balzano non sono mai semplice letteratura, ma vere e proprie cronache storico-sociali. Alla stesura l'autore accompagna un lavoro di studio e approfondimento accurato e accorato.

Veri e documentati sono il "Mal d'Italia" e i "left behind" (o "children home alone"). Aiuta a immedesimarsi nell'animo delle cosiddette "invisibili", donne che si dedicano al lavoro di cura per anziani (e bambini) di società che a loro, senza voce, lo delegano, e a capire quanto lacerante e insostenibile sia il servizio che viene loro affidato, la lontananza dalla famiglia, le condizioni di vita precarie e sempre appese a un filo.

Si legge in un fiato e si rimane senza.

Uno dei pochi scrittori che è bello ascoltare oltre che leggere:

https://ru-ru.facebook.com/ubiklibrerie/videos/871995110024742/?comment_id=875261089698144

 

Lo spirito di Jane.

 

Donna spiritosa e sagace fino alle soglie della fine, capace di descrivere le donne e la loro vita così com'è, senza retorica e orpelli. Una femminista ante litteram, fiera e serena nella propria "singletudine", letta e appena conosciuta attraverso un brevissimo estratto delle sue lettere sopravvissute e non distrutte, "lettere di profonda superficialità".

Tutto il senso di lei e dei suoi romanzi è nel titolo:

niente donne perfette, per favore.

domenica 12 agosto 2018

Memoria e immaginazione.

"Discendenti dello stesso verbo, «rinvenire» e «inventare» rammentano che per ritrovare qualsiasi cosa bisogna attingere alla memoria, che è una forma di immaginazione": questa frase, inserita nelle pagine conclusive del libro, ben riassume lo spirito di questo romanzo-documento (docuromanzo?). Gerda Taro è il centro coagulante del racconto, ma le storie raccontate sono tante e, in definitiva, una sola: quella della Storia che trascina le vite dei protagonisti, artisti, scienziati, persone comuni, nel periodo tra la fine della prima e la fine della seconda guerra mondiale.
L'autrice racconta con grande sapienza documentaristica, ma senza esserlo del tutto, lasciando il giusto ruolo all'inventare, talché viene voglia di approfondire la conoscenza e del periodo e dei singoli protagonisti.
Ma ecco, ci ha già pensato lei, e con un operazione da "libro aumentato", quasi da testo scolastico con approfondimenti, Helena Janeczek vi porta per mano nell'atmosfera del romanzo grazie ai contributi di testo, di foto e video che ha raccolto nel suo sito: http://www.helenajaneczek.com/ e http://www.helenajaneczek.com/la-ragazza-con-la-leica.html .
Rocambolesco epilogo, nel libro l'autrice ci racconta dei protagonisti in fuga, dopo l'occupazione tedesca della Francia, in un precipitare degli eventi che passa dalla "drôle de guerre" alla "guerra lampo". Come riescano a raggiungere porti sicuri attraverso il coraggio proprio e di altri: il poeta Pablo Neruda, in quanto console cileno, l'americano Varian Fry, laureato in lettere antiche ad Harvard, e il suo "SAVE CULTURE EUROPE STOP". Qualcuno colga le affinità col presente, che ci vede spesso inani, come allora molti, ma per fortuna non tutti.
Ma adesso basta, leggete per credere e per sapere oltre.

Post Scriptum: aggiungo queste note il 16 di agosto, dopo un bel confronto con amici, lettori fidati, che non hanno avuto lo stesso entusiasmo per questo libro. 
Quindi trovo doveroso aggiungrer:
1. non è di facile lettura, specie se ci si aspetta la scorrevolezza di un romanzo. Io l'ho definito infatti un docu-romanzo. E' frammentario e talvolta difficile il racconto iniziale fatto dai diversi personaggi; è vero che, per questo, si fa fatica. Poi con il prosieguo del racconto, tutto si ricompone, ma bisogna superare la fatica iniziale. 
2. Secondo me la frammentarietà e la ricomposizione sono volute, è un po' la vicenda della memoria storica sulla povera Gerda. E' come un puzzle fatto da mille sfaccettature, fornite da chi l'ha conosciuta. 
3. Chi facesse fatica, può comunque provare a leggere, come testo a sé, le ultime due parti, molto interessanti dal punto di vista storico. Se comprarlo per sole due parti troviate non abbia senso, potete prenderlo in prestito il biblioteca, finché ne esistono (speriamo per sempre).
4. In ogni caso io ho un debole e un interesse specifico per la Taro, in quanto artista, donna e rivoluzionaria. Forse il mio giudizio molto positivo è legato anche a questo.

domenica 17 agosto 2014

Il valore della semplicità.

Un libro fondamentale, per chi opera nella scuola. Sempre, infatti, chi ci lavora chiede "soluzioni", suggerimenti pratici. Questo libro li offre, anche se non come ricette di successo, precostituite e standardizzate, bensì come exempla, spunto, invito alla creatività del e nell'insegnare. Per questo il consiglio è di leggere iniziando dalla seconda parte, quella dedicata alla narrazione delle operatrici (insegnanti di sostegno e non) della scuola, delle loro - faticose - esperienze con bambini autistici. Dalle quali traspare anche la frustrazione, e il tracciarsi di una via fatta di piccoli successi e di grandi traguardi (grandi per il bambino). Il tutto rinunciando al sé dispositivo e impositivo, facendosi, docilmente, "Altro garante", guida che si fa guidare.
Dopo sarà più facile capire la prima parte ed entusiasmante leggere le parole, trascritte, di un intervento in conferenza di Martin Egge, figura ispiratrice delle esperienze di questo libro e asse portante e fondatore delle strutture Antenna 112 e Antennina che, a Venezia, accolgono e operano con bambini autistici e le loro famiglie. E forte sarà il rimpianto, a fine lettura, per la perdita di una figura di studioso tanto esemplare e preziosa.
Consigliato a tutti gli insegnanti, spunto e modello sia per educare normodotati che diversamente dotati.
Che poi, a pensarci bene, siamo tutti noi.


Aa.vv., Il mondo visto attraverso una fessura. A scuola con i bambini autistici, ed. Quodlibet Studio, ottobre 2012.

L'anima di Vincent.

Per conoscere meglio gli artisti, l'arte, sempre più sono convinta che bisogna conoscerne la vita e i pensieri.
Un libro snello, di cui complemento preziosissimo per la comprensione sono le note, immagino opera della curatrice. Vincent Van Gogh come, in fondo e fino in fondo, non avreste mai immaginato. Che pensava sarebbe diventato vecchio, e allora la tenerezza, leggendo, vi assale. Che era sincero fino al rischio della solitudine, con le sue opinioni scomode. E così via.
Lettura preziosissima.

Vincent Van Gogh, Lettere a un amico pittore, Milano, BUR, 2006, pag. 137

sabato 16 agosto 2014

È quello che sembra.

Leggendolo, si ha la percezione che il protagonista racconti come in un flusso quasi ininterrotto di coscienza. Alla fine si scopre, da una sua nota, che lo scrittore stesso lo ha realmente fatto, durante una torrida estate, durante la quale viveva "sotto l'impressione del <<ricordo artificiale>> di Salvador Dalí e del sentimento rimosso di Freud che trova sfogo nel linguaggio".
Bello e avvincente, per gran parte divertente, un divertimento che verso la fine si muta in commozione, la storia del protagonista attraversa la storia del XX secolo in Cecoslovacchia e prevalentemente a Praga, con lo specchio (e gli specchi, spesso citati, hanno in questo libro un grande ruolo, compreso lo specchio degli occhi di chi scrive e nel quale si ri-specchia il protagonista) degli occhi di chi racconta, dunque di una persona (non) comune, come ognuno di noi è.
Una storia che è materiale ma anche spirituale e di crescita umana interiore potentissima, come potentissimo è il racconto.
Si legge in un fiato.

lunedì 4 agosto 2014

E lettura fu.

Sono ormai trascorsi molti anni da quando avrei voluto leggere per la prima volta questo libro. L'ho fatto nella sua edizione digitale, ma credo di averne anche una copia cartacea, persa nella mia libreria.
E, alla fine, lettura fu.
Piccolo libro divertente, è una guida biblio/dizio/sensoriale di Venezia. E cioè: si parte da ciascuno degli attributi fisici umani che corrispondono ai sensi - mani, occhi, naso, ecc. - per creare una guida suggestiva alla città, nel senso che la descrive partendo da suggestioni. All'interno di ciò, inserisce un dizionario di termini veneziani fondamentali che servono a descrivere vita e fisicità della Serenissima (e dei serenissimi, quasi catatonici) veneziani. Ultima ma non per ultima, una rassegna - mini ma non incompleta - bibliografica su storia, geografia, arte, caratteristiche e particolarità di Venezia.
Il tutto scritto con un linguaggio divertente e pure ricercato.
Consigliato, come guida veloce e alternativa a quella, ben più ponderosa, nota qui a Venezia semplicemente come "il Lorenzetti".
Di che si tratta?
Leggete il libro e alla fine saprete di che parlo.