domenica 3 agosto 2014

Letture incrociate.

Ebbene sì, ammetto che Aldo (ormai posso chiamarlo così, per antica conoscenza letteraria: credo di aver letto tutto o quasi ciò che ha scritto) anche stavolta è riuscito a sorprendermi; a dirla tutta, a spiazzarmi.
Io che mi glorio di "scoprire" anticipatamente le trame di libri e film "gialli" (sì, lo so, no è la definizione corretta ma faccio prima), stavolta ho capito a pagina 278, a sole 50 dalla fine. 
Non dirò molto, sulla trama, per non far perdere il piacere della lettura e della scoperta.
Mi soffermo solo sulla capacità di descrivere una malattia, il cancro, tracciandone esattamente tutti i sentimenti, dalla parte di chi è malato e dalla parte di chi assiste, nella loro spietatezza e contraddittorietà.
Confesso che, per questo, la mia lettura si è arrestata per qualche tempo: non riuscivo ad andare avanti, ero troppo dentro a quelle descrizioni (chi, alla nostra età, non ne ha avuto mai esperienza, ahimè?).
Ma poi Aldo mi ha convinta - come sempre - con la promessa di una catarsi e sono andata avanti. Ci scherza su, nel libro, prendendosi gioco del lettore, quando scrive "Come un lettore, che vede diventare sempre più sottile la parte destra del libro e sente che non c'è più spazio per sperare in un lieto fine, Renzo avrebbe voluto ricominciare da capo: rileggere le parti che aveva passato un po' velocemente, con distrazione, ripercorrere quei capitoli che in un primo tempo aveva forse trovato dolorosi o difficili. Anche se aveva aspettato con ansia quel momento, soprattutto negli ultimi giorni, ora non voleva più: non voleva girare l'ultima pagina".
Ecco, Renzo qui è proprio l'altro ego del lettore.
Il mio consiglio, dunque: non fermatevi, sarete ripagati. E, soprattutto, leggete con attenzione e non con distrazione, non passate attraverso le parti del libro un po' velocemente, magari capirete prima di arrivare a pagina 278 e avrete voglia di girare l'ultima pagina.

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