giovedì 27 gennaio 2011

È così che ce le immaginiamo.


È così che ce le immaginiamo, normalmente belle. Donne come noi, che sono state, semplici, vive. Allegre, sorridenti, pensierose, intente a leggere un libro, ad accarezzare un gatto, a sorridere davanti a un obiettivo che sanno le sta riprendendo. Donne normali, non puttane, non veline, non dedite alla ricostruzione siliconica di vagheggiata bellezza ma, piuttosto, a coltivare la propria umanità e intelligenza. Leggendo, scrivendo di sé, per non dimenticare e non dimenticarsi.
Donne normalmente belle, dicevo: salvo che non è stato dato loro di vivere in un tempo "normale" - ammesso che ne esista uno che possa dirsi tale - e in una civiltà "normalmente" umana, che è stato loro tolto il diritto a una vita "normale", sia sotto forma di eliminazione fisica (Etty) o di definitiva e inesorabile privazione della propria umanità e gioventù (Goti), nel passaggio obbligato della non-vita del lager.

E ogni volta che ci penso, nel rifugio sicuro della mia tiepida casa, agghiaccio.

Etty Hillesum e Goti Bauer, due tra le tante:

http://it.wikipedia.org/wiki/Etty_Hillesum

http://www3.varesenews.it/tempo_libero/articolo.php?id=89858

E per chi è su Facebook, l'album È così che ce le immaginiamo.

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