sabato 8 gennaio 2011

3 maggio 2009: Il contrario di uno non è semplice sommatoria


Il contrario di uno non è semplice sommatoria, ma una scalata in sincrono su precipizi e pericoli di un mondo di per sé meraviglioso e difficile... Da leggere.
E per saperne di più, i passi che seguono sono tratti da:
http://www.italialibri.net/opere/contrariodiuno.html
"La scrittura di Erri De Luca è scavo imperterrito della parola, è prosa depurata di ogni accessorio inutile, capace di dissimulare una grande perizia stilistica. È letteratura che insegue la vita per mostrarla nella sua nudità. Il contrario di uno, volume pubblicato dall’editore Feltrinelli all’interno della sezione I Narratori, si presenta come una raccolta di storie brevi, intrise della biografia dell’autore e segnate da una profonda esigenza di cose vere. [...]
Nelle diciotto storie che compongono la raccolta... si traccia il ritratto di anni difficili, che hanno travolto e stravolto una generazione «spartita, irregolare, senza congressi, affiliazioni, tessere», una gioventù che «aveva per campo la strada e per parlamento le assemblee». Si parla della fine degli anni Sessanta e del decennio successivo, si gira lo sguardo alle spalle per leggere le tracce di un’epoca scellerata e magnifica, dove la passione politica si masticava assieme al pane e la rabbia di classe dava sapore al vino.
Erri De Luca non vuole rinnegare nulla di un’epoca che è parte integrante della propria identità: mette in scena la violenza del passato, quasi a salvarla dall’oblìo o da ogni forma di negazionismo. Così il lettore conosce la febbre degli scontri di piazza, i sassi lanciati contro la polizia. Le manganellate fasciste delle forze dell’ordine. Ma il racconto non cede alla retorica partigiana o a una rievocazione nostalgica: tutto appare controllato, dominato dalla fermezza di una voce capace di essere aspra e tenera nello stesso momento. Una voce che porta dentro di sé «un ardore compresso, di uno che viene da un freddo». [...]
Ma accanto e all’interno della storia collettiva l’autore dà spazio al sentimento privato, all’amore di coppia che supera la solitudine dell’uno e lo trasforma nel due. Il protagonista di queste storie tenta di infrangere il muro dell’incomunicabilità e trova meraviglioso sollievo negli occhi e nei sorrisi delle donne, negli abbracci e nei baci «che non sono anticipo di altre tenerezze, ma sono il punto più alto» della passione tra due esseri umani. Scopriamo dunque le sfumature più tenere e delicate di una scrittura che rievoca con pudore gli amori della giovinezza, quasi a ringraziare la sorte di quegli insostituibili attimi di felicità. Scopriamo il bisogno intimo di un ragazzo che negli anni Settanta ricercava nella lotta politica e nella donna la medesima consolazione, la speranza di vincere l’angoscia di anni acerbi e confusione. [...]
L’età adulta si placa con le salite delle montagne, il contatto con la roccia che si può arrivare a baciare per aderire alla materia e confrontarsi con la propria fisicità. Come a riscoprire che l’uomo e la donna sono anche sudore, respiro affannato, muscoli. Così ha senso che il libro si apra con un breve poema in versi dedicato alla madre, alla preistoria del corpo e di ogni sentimento, alla placenta che ha accolto la trasformazione «da cellula a scheletro».
De Luca sembra dirci che la febbre d’amore e l’idea di comunismo, inscindibili, erano già inscritti nella biologia di esseri destinati a giocare se stessi, a sfidare la vita per diventare almeno due, il contrario esatto di uno"

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